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Visualizzazione dei post da ottobre, 2022

L’appuntamento di Piergiorgio Pulixi, E/O 2014

È sera tarda. Una donna è in un ristorante, sta aspettando un uomo che non conosce con cui ha un appuntamento. Da questo appuntamento dipendono tante cose e dopo questo appuntamento tutto cambierà irrimediabilmente. Un thriller incalzante, rapidissimo, serratissimo. In poche pagine si addensano eventi sempre più forti fino ad una deriva inaspettata quanto inquietante. Un romanzo che non dà respiro né tregua. Tanti i temi che scatenano riflessioni forti: donne tenute in scacco da uomini che possono permettersi di infliggere loro tutte le umiliazioni che vogliono, social e web sempre più presenti nelle vite di tutti tanto da annientare miseramente e inesorabilmente ogni tentativo di conservare un minimo di privacy. Breve, ben scritto, ben architettato, questo thriller lascia il segno come può farlo un breve e violento temporale di fine estate. Passa in fretta, ma nel poco tempo che gli è concesso scatena tutta la sua furia, lasciando dietro di se tracce importanti del suo passaggio.

Il filo infinito di Paolo Rumiz, Feltrinelli 2019

Di cosa ha bisogno l’Europa dei nostri tempi per riscoprirsi autenticamente Europa? Quali sono le sue radici? Su quali fondamenta si regge questo continente in cui Le opere artistiche di grandi uomini si sono così straordinariamente inserite nella creazione naturale? Nell’aprile del 2017 Paolo Rumiz sta viaggiando lungo l’Appennino italiano devastato dal terremoto. Un territorio sventrato, martoriato, che ha saputo rialzarsi sempre dopo ogni terremoto della sua storia. Scende la valle che lo porta a Norcia e in mezzo a cumuli di macerie che stringono il cuore, la prima cosa intatta che gli occhi scrutano è la statua di San Benedetto. Nella mente di Rumiz scatta una molla. Considerazioni, riflessioni, pensieri. Poi un viaggio, fisico e soprattutto interiore. Benedetto da Norcia e i suoi uomini. Loro hanno costruito le radici dell’Europa. Mentre l’impero romano d’Occidente crollava mangiato dalle invasioni violente dei barbari, mentre popoli sconosciuti e brutali si spingevano sempre

Un luogo chiamato libertà di Ken Follett, Mondadori 1997

Cosa succede nella mente di Ken Follet quando, scavando in giardino trova una scatola di legno vecchia e consunta? Qual è la sua reazione quando aprendola vi trova un libro reso illegibile dal tempo e un collare di ferro spezzato? Chiunque avrebbe gettato via la vecchia scatola e il suo contenuto, lui, Follet, no. Il collare spezzato era stato la suprema umiliazione di un uomo, una schiavitù ingiusta ma autorizzata che legava l'uomo, minatore, al proprietario della miniera in cui doveva lavorare. Il maestro Follet ripulisce il collare, ne decifra l'iscrizione, lo conserva accanto al suo computer ... E inizia a scrivere, lasciando che la sua mente ci racconti la storia di quest'uomo. Malachy McAsh è tra i tanti minatori proprietà di lord Jamisson ed è costretto a estrarre carbone, sostentamento indispensabile per l'Inghilterra della seconda metà dell'800. Deve farlo in condizioni disumane e pericolose, di notte, per ore e ore di seguito, senza mai fermarsi... Sop