L'occhio nascosto

Nata dall’amore proibito di suor Virginia De Leyva e Giovan Paolo Osio, la piccola Alma viene riconosciuta dal padre e cresce accudita da una balia. Della bambina si perdono le tracce dopo il processo in cui Giovan Paolo Osio sarà condannato a morte. Fin qui ciò che la storia ci tramanda. Da qui in poi è la fantasia di Marina Marazza a costruire una storia verosimile. Se la immagina giovane donna agiata nella Milano squassata dalla pestilenza del 1630 a cercare vendetta per il padre e per la madre. Un romanzo che da storico diventa sempre più d’avventura. Dai misogini prelati costantemente a caccia di streghe, diavoli e untori, agli ambienti sordidi dei ricchi milanesi dediti a passatempi non proprio edificanti. Se il personaggio di Alma è quasi completamente di invenzione, non sono di invenzione molti altri personaggi realmente vissuti in quegli anni, come Federico Borromeo. Altrettanto reale e molto ben tratteggiato è il contesto storico con il relativo racconto della peste di man

La monaca di Monza è un personaggio storico dalle vicende sordide che impariamo a conoscere sui banchi di scuola grazie ai capitoli ix e x dei promessi sposi. Ma chi è stata veramente la monaca di Monza? Manzoni ce la presenta come suor Geltrude. Il vero nome è però suor Virginia De Leyva, al secolo Marianna. La sua vita è segnata fin dalla più tenera età. Orfana di madre, è destinata al convento dal padre che in questo modo può disporre pienamente dell’eredità della figlia, così da garantire una vita agiata alla sua seconda moglie. La giovane Marianna non ha una vera vocazione. Non ha ne la forza né la possibilità di ribellarsi a ciò che le viene imposto. Potrebbe essere la storia di tante, troppe ragazze i cui nomi sono nel dimenticatoio della storia, se nella vita della giovane monaca non fosse entrato un uomo che abitava nel palazzo confinante col monastero. Giovan Paolo Osio è fin da subito una passione bruciante e travolgente. Ma quello che era iniziato come un amore proibit

Intraprendenza e voglia di cambiamento fanno sì che un girovago commerciante di montagna decida di scommettere il suo futuro sulla produzione e sul commercio di birra. Nasce così l’azienda Menabrea che si espande in fretta e che alla fine dell’800 ha al timone Carlo Menabrea. Ma Carlo dal suo matrimonio felice ha avuto solo figlie femmine. Eugenia, per tutti Genia, secondogenita di Carlo e Maria, mostra fin da bambina un interesse per la birra e per tutte le fasi della sua produzione. E quando il papà muore prematuramente, è lei che negli anni dell’adolescenza si prepara a prenderne il posto. Una saga familiare fatta di successi, amori, lutti, tenacia, fatta di donne forti che non si arrendono nemmeno davanti ad una società ancora troppo maschilista che considerava impossibile o indecoroso che una donna si occupasse di affari. Francesco Casolo ricostruisce le vicende della famiglia Menabrea a partire da lettere e documenti che, oltre a mostrarci un’azienda in piena ascesa, rivelano

Luigi ha nel cuore un sogno: una fabbrica di cioccolato nella sua Milano. Ma mentre il sogno prende forma, la giovane moglie muore di parto lasciandolo con due bambini piccoli da crescere. Luigi Zaini accusa il colpo, ma dopo due anni ecco l’incontro che cambierà di nuovo e definitivamente la sua vita. Olga, dolce e affettuosa, affezionata ai bimbi rimasti orfani di madre, entra sempre di più nel cuore di Luigi fino a divenirne la seconda moglie. Innamorati e felici, Luigi e Olga fanno crescere l’azienda e la famiglia. Ai due figli del primo matrimonio se ne aggiungono presto altri due, mentre in fabbrica c’è sempre più bisogno di mano d’opera, soprattutto di ragazze che, con le loro mani fredde e veloci, riescano ad incartare i cioccolatini senza farli sciogliere. Ma la vita non smette di sparigliare le carte e Luigi muore a soli 52 anni lasciando quattro figli piccoli e un’azienda sulle spalle di Olga. Tutto questo nel 1938, mentre i venti di guerra si fanno sempre più impetuosi f

È un dicembre strano per il commissario Ricciardi e per il brigadiere Maione, impegnati a risolvere il caso di una giovane donna uccisa nella sua casa, anzi, nella sua stessa camera da letto. È un dicembre strano anche per il dottor Modo e per Bambinella, per Bianche e per Nelide, per i genitori di Enrica e per chi ha deciso di continuare a vivere dall’altra parte del mondo. Un dicembre strano fatto di solitudini che avanzano e che non si incontrano…D’altra parte se le solitudini si incontrassero non sarebbero più tali. Un dicembre strano che va verso un Natale sottotono, sospeso ad una sensazione di ineluttabilità che coinvolge tutti… Perché qualcosa di tremendo si prepara ad accadere da un momento all’altro. È questo il dicembre del 1939 raccontato da De Giovanni nell’ultimo bellissimo capitolo dedicato al commissario Ricciardi. Napoli e l’Italia sono avvolte dalla caligine della guerra che già imperversa in molti paesi d’Europa. E la gente lo sa, che è solo questione di tempo, fo