Il taccuino delle cose non dette di Clare Pooley. Mondadori 2020

Julian, un eccentrico pittore stanco della sua vita piatta, scrive su un quaderno un breve resoconto della sua vita, non come essa appare all’esterno, ma come lui realmente la vive. Sulla copertina del quaderno traccia due parole: progetto autenticità. Poi lo abbandona sul tavolo di un bar sfidando chi lo trova a fare lo stesso e a passare il testimone a qualcun altro. Da qui prende il via un racconto che coinvolge varie vite, tutte con le loro insoddisfazioni e problemi. Julian, Monica, Hazard, Riley, Baz, Benji, Alice, la signora Betty, Mary... Tutti rinchiusi nelle loro esistenze complesse, afferrati dalle pagine di quello strano taccuino e dai suoi imprevedibili percorsi. Così il quaderno di Julian fa da legame tra queste persone, dando vita a cambiamenti inattesi e ad amicizie altrimenti impossibili. Un romanzo particolare che in modo leggero fa riflettere su molte cose. Il senso di libertà che si prova mostrandosi per quello che si è, la virtù terapeutica dello scrivere, la gioia di rendersi utili per qualcuno, il non lasciarsi sopraffare dagli errori commessi. Un romanzo molto gradevole che ci porta nelle atmosfere londinesi più autentiche con dei protagonisti con i quali si entra subito in empatia.

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