Io sono Malala. La mia battaglia per la libertà e l’istruzione delle donne di Malala Yousafzai con Christina Lamb. Garzanti 2018

Malala, un nome che dall’ottobre del 2012 è divenuto il simbolo della lotta per l’istruzione femminile universale. Malala, una ragazzina di 15 anni, consapevole di essere nel mirino dei talebani del suo paese per essersi permessa di lottare per il diritto sacrosanto all’istruzione, un diritto dato per scontato nei nostri paesi occidentali ed evoluti, ma negato ancora oggi a tanti bambini, soprattutto bambine, in molti paesi. Malala cresce nella valle dello Swat in Pakistan. Suo padre è un insegnante innamorato delle parole e convinto che l’istruzione può salvare il mondo dall’arretratezza e dall’ignoranza. Malala cresce nella scuola che il padre riesce faticosamente a fondare e portare avanti negli anni della talebanizzazione del Pakistan. Dal 2005 in poi, il Pakistan piomba nel terrore e ogni forma di libertà viene soppressa in nome dell’islam. Nel 2009 vengono chiuse definitivamente le scuole femminili e alle ragazze viene chiesto molto caldamente di rinunciare all’istruzione. Tutto è vietato: la musica, la danza, i vestiti occidentali, farsi vedere a volto scoperto per le donne, non essere accompagnate ovunque da un uomo, ridere in pubblico. Sembrano divieti farneticanti che arrivano direttamente dalla più oscurantista era della storia dell’umanità, eppure avveniva ai nostri giorni, mentre il resto del mondo faceva i conti con la tremenda crisi economica che ben conosciamo. Trasgredire uno di questi divieti significava, per una donna o una ragazza adolescente, essere condannata alla fustigazione pubblica. In questo clima tremendo, Malala combatte i talebani sempre più apertamente. Nonostante la sua giovane età, questa guerriera ha le idee chiare e nessuna intenzione di rinunciare alla vita che desidera per se e per tutte le altre ragazze come lei. Vuole studiare e vuole che tutte le bambine e ragazze del mondo studino liberamente senza divieti. Appoggiata dal padre e dal resto della famiglia, fa sentire alta la sua giovane voce contro i talebani che vogliono strapparle libri e penne. Ben presto la sua voce varca i confini del Pakistan. Si parla di lei in America, in Inghilterra, e la condizione delle giovani pakistane costrette a non potersi istruire diviene di dominio pubblico. Alla fine le scuole vengono riaperte ma i talebani non dimenticano. Minacciano, lanciano intimidazioni. I genitori hanno paura ma Malala no. Il 9 ottobre del 2012, un talebano sale sullo scuolabus su cui è Malala e le scarica addosso tre proiettili di cui uno la colpisce alla testa. Malala combatte tra la vita e la morte per giorni e grazie alla tenacia di un medico e ad un piccolo miracolo sopravvive. Queste pagine raccontano la storia di una bambina guerriera che stupisce per la sua forza d’animo e per la sua tenacia. Una ragazza dei nostri tempi, esempio per tanti altri ragazzi della sua stessa età che nei paesi del nostro evoluto occidente non sanno nemmeno perché stanno al mondo. Consiglio l’ascolto del discorso di Malala alle nazioni unite, pronunciato il 12 luglio del 2013, a nemmeno un anno di distanza dall’attentato. Vedrete una ragazzina di 16 anni che parla al mondo con la determinazione di una vera combattente, con la maturità di una donna forte, con il tono fermo di chi non teme niente e nessuno. “Un bambino, un insegnante, una penna, un libro possono cambiare il mondo!” “Ho imparato ad apprezzare il valore dell’istruzione quando mi è stato impedito di istruirmi.” Queste sono frasi su cui c’è molto da riflettere per comprendere sempre più il valore della conoscenza e per esserne avidi e grati.

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