Room (Stanza, letto, armadio, specchio) di Emma Donogue, Mondadori 2016

A cinque anni Jack non ha mai visto nulla del mondo. Conosce solo la stanza in cui è nato e gli oggetti che essa contiene. Vive con la sua Ma e il mondo entra nei suoi occhi solo attraverso le immagini della tv. La donna che lo ha fatto nascere è stata rapita da un bastardo infame e malato che la tiene in quella stanza insonorizzata da sette anni, sette lunghi anni in cui nessuno ha visto o neppure sospettato nulla, sette anni in cui una famiglia non ha mai smesso di cercare una figlia scomparsa così all’improvviso. Cinque anni dopo la nascita di Jack, oppressa dall’impossibilità di scappare da un capanno trasformato in una vera e propria prigione inespugnabile, la mamma capisce di dover tentare il tutto per tutto per uscire di lì. Il suo bambino deve vedere il mondo, deve poterci vivere e deve poter crescere sano e felice. Liberamente ispirato ad una storia vera, questo libro è una serie di pugni nello stomaco. Una lettura che non può lasciare indifferenti e che suscita varie riflessioni. La connivenza di chi sa e finge di non sapere, la sovraesposizione mediatica che le vittime subiscono mentre hanno solo bisogno di essere aiutate a riprendersi da esperienze così traumatizzanti. Il fatto che la storia venga raccontata dalla voce di Jack ne accentua il coinvolgimento. Da questo libro è stato tratto anche un film.

Commenti

Post popolari in questo blog

La civetta e il lupo di Martina D’Adamo

Momenti di gloria di Duncan Hamilton, 66thand2nd Editore 2018

Il sale della terra di Jeanine Cummins, Feltrinelli 2020