Notre Dame de Paris di Victor Hugo, prima edizione italiana Sonzogno 1867

Uscito in Francia per la prima volta nel 1831, Notre Dame de Paris, è a buon diritto tra i romanzi più conosciuti al mondo. Quasimodo, il campanaro guercio e gobbo di Notre Dame, con il suo amore impossibile per la giovane zingara Esmeralda, è stato fonte di ispirazione per film, pièces teatrali, cartoni animati, musical, non ultimo il bellissimo ed emozionante musical di Riccardo Cocciante e Luc Plamondon. Ma Notre Dame de Paris non è solo l'amore impossibile di Quasimodo per Esmeralda, o quello altrettanto impossibile di Esmeralda per il bell'ufficiale Phoebus... E non è nemmeno l'amore folle e impuro di Claude Frollo per Esmeralda. Notre Dame de Paris non è neppure la dettagliata descrizione della cattedrale o della conformazione paesaggistica di Parigi al tempo del 1482. Una volta superata l'osticità di questi stralci un po' più impegnativi, ecco che si viene catapultati in una narrazione avvincente e bellissima. Proprio come uno scalatore, una volta scalato un tratto impervio di monte, si ritrova davanti ad un panorama degno di essere visto. Fin dalla prima pagina, Hugo afferra il lettore e lo scaraventa in un'affollatissima e caotica Parigi, la Parigi di un basso medioevo che scivola verso il rinascimento con tutte le sue superstizioni, contraddizioni, giurisdizioni, delitti, stregonerie viste ovunque per giustificare la paura ancestrale di ciò che non si conosce. Un romanzo corale dove si ritrova tutta la gamma dei sentimenti e dei comportamenti umani. La bellezza spensierata e angelica di Esmeralda, la deformità orribile di Quasimodo che nasconde un cuore disperatamente assetato di tenerezza, l'ambiguità malata e folle di Claude Frollo, la natura libertina e cafona di Phoebus, l'egoismo un po' filosofico di Gringoire, la superficialità godereccia di Jean Frollo... E soprattutto la grandiosa e vasta folla della corte dei miracoli. Una folla di derelitti, un campionario variegatissimo di furfanti di ogni genere: falsi sciancati e falsi malati di ogni sorta, specializzati nella fantasiosa arte della sopravvivenza. Miseri immersi nella più profonda miseria, ai quali Hugo dedicherà più tardi un altro capolavoro della sua produzione letteraria. E in fine Notre Dame, imponente, possente, maestosa, svettante su una Parigi vasta e caotica su cui far spaziare lo sguardo. Una Parigi viva e rumorosa, piena di incanto soprattutto nelle albe dei giorni festivi, quando le campane di tutte le chiese si uniscono per racchiudere l'intera città in un'armonico e potente canto di bronzo.

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