1984 di George Orwell, prima edizione italiana Mondadori 1950

1984, Nineteen eightyfour è uno dei romanzi più famosi al mondo, sicuramente uno dei più citati, soprattutto negli ultimi tempi. Nominato a proposito o a sproposito, delinea in modo direi inquietante la deriva a cui può essere condotta la mente umana se sapientemente manipolata. Scritto nel 1948, mentre Orwell già combatteva contro la tisi che lo avrebbe portato alla morte due anni dopo, prende il titolo dalle ultime due cifre invertite dell’anno di scrittura, per cui 1948 diventa 1984. In seguito ad una grande guerra atomica scoppiata pochi anni dopo la seconda guerra mondiale, la terra è stata divisa in tre superstati totalitari: Oceania, Eurasia e Estasia. In Oceania il cui governo risiede a Londra, il Grande Fratello controlla tutto e tutti. Nessuno lo ha mai visto di persona ma il suo volto campeggia in grossi manifesti presenti ovunque. Il partito esercita il controllo su tutto e su tutti attraverso teleschermi presenti in tutte le abitazioni. I televideo trasmettono propaganda ventiquattro ore su ventiquattro mentre le loro telecamere spiano costantemente in tutte le abitazioni in cerca di dissidenti da torturare o far sparire. Tutto è controllato, anche e soprattutto il pensiero che deve essere addestrato attraverso una lingua di nuova creazione detta neolingua o parlanuovo come nelle nuove traduzioni. Persino la storia passata viene costantemente riscritta a uso e consumo del partito. Winston Smith lavora al ministero della verità, sembra un membro irreprensibile del partito, ma dentro di se cova molti dubbi, tanto da iniziare a scrivere un diario, cosa assolutamente proibita dal partito. Anche Julia lavora per il partito e accetta i suoi dettami per convenienza. I due si incontrano e decidono di passare dalla parte dei ribelli. Catturati, vengono separati e sottoposti individualmente ad un processo di torture e di rieducazione soprattutto mentale. Un romanzo assolutamente inquietante. Se i suoi primi lettori degli anni 50 sono rimasti scioccati dalla distopia, quelli degli anni 80 hanno cercato di trovare somiglianze con il racconto, i lettori di oggi non possono rimanere indifferenti a ciò che dal distopico sconfina tristemente nella realtà. “Il grande fratello ti guarda!” Quanto è tristemente vero! Se non siamo spiati dai televideo, siamo localizzabili in ogni momento grazie ai sistemi di geolocalizzazione. Siamo sempre più condizionati da una mentalità costruita e diretta dai media che attuano un costante lavaggio del cervello, talvolta poco appariscente, e proprio per questo più pericoloso. Meccanismi psicologici ben studiati e ben condotti per condurre le masse e schiavizzarle in un pensiero unico e soprattutto manipolabile a piacimento. Distopia forse negli anni subito dopo la sua uscita sì, … Oggi? Non so se possiamo considerare 1984 davvero un romanzo distopico. Purtroppo per l’umanità, l’atomica e le armi nucleari non sono fantascienza, la manipolazione delle masse se pur prova ad essere latente è sempre più manifesta, la libertà è sempre più minacciata, nonostante non ci sia secondo me un tempo prima del nostro tempo in cui di libertà si parla a proposito e a sproposito… Un romanzo che lascia più di un segno. Non solo non lo si può dimenticare una volta letto, ma richiede un giusto tempo per essere digerito, metabolizzato… Per poi lasciarsene veramente inquietare senza riserve. Un romanzo che ogni lettore che ama la lettura dovrebbe leggere, soprattutto ora che, a settant’anni dalla morte di Orwell, essendo decaduti i diritti, ogni casa editrice ne sta riproponendo una sua traduzione. Fior di traduttori stanno contribuendo a dare nuovo lustro ad un classico che, a mio avviso, non lascerà indifferente nessuna generazione di lettori.

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