Come vento cucito alla terra di Ilaria Tuti, Longanesi 2022

Ago e filo. Piccoli strumenti atti a cucire, ricamare, suturare ferite. Ago e filo, protagonisti discreti ma indispensabili di questa storia che affonda le radici nella grande storia realmente accaduta. Nel 1914 la guerra impazza devastando territori e uomini. Uomini che quando vengono recuperati dal fronte presentano ferite tremende, ferite che non di rado portano a mutilazioni permanenti con le quali quei corpi giovani devono fare i conti. Uomini che hanno bisogno di cure immediate, di decisioni rapide dalle quali può dipendere la vita. Così, se gli uomini sono al fronte, a Parigi prima e Londra poi, un gruppo di donne si organizza per dare vita ai primi ospedali militari guidati da sole donne, le lady doctors di cui al tempo si raccontò molto anche sui giornali. Donne coraggiose, volitive, determinate, che non poche volte incontravano la diffidenza e le rimostranze degli stessi soldati feriti che invocavano le cure di un vero medico (sottintendendo medico uomo), fino poi ad abituarsi alle cure salde di quelle donne che presto impararono a rispettare e ad ammirare. Ma quando ai soldati vittime di gravi amputazioni viene proposto di imparare l’arte del ricamo, la sfida sembra essere impossibile. Possono mai le mani di un uomo, mani che fino a poco tempo prima hanno maneggiato fucili, baionette e granate, possono quelle mani forti trattare con la delicatezza di minuscoli fili colorati da trasformare in arazzi e simili? Ilaria Tuti intreccia personaggi reali come le dottoresse Flora Murray e Louisa Garrett Anderson, conduttrici dei primi ospedali militari gestiti da sole donne con personaggi immaginari ma assolutamente verosimili. Un romanzo intenso come tutti i romanzi di questa bravissima autrice, una storia di resistenza, resilienza, amore tenace, arma indispensabile per superare gli ostacoli di una guerra folle, ago e filo indispensabili a suturare le ferite invisibili dell’anima, talvolta più devastanti e dolorose di quelle che colpiscono il corpo.