Come un respiro di Ferzan Ozpetek. Mondadori 2020

È una domenica qualunque di inizio estate. Sergio e Giovanna stanno ultimando i preparativi per un pranzo domenicale con altre due coppie di amici nella loro casa a Roma. Tutto normale finché una donna in là con gli anni si presenta alla loro porta chiedendo di poter rivedere la sua vecchia casa in cui non torna da cinquant’anni. La donna cerca la sorella che non incontra sempre da cinquant’anni, da quando è letteralmente fuggita dall’Italia per lasciarsi alle spalle eventi troppo dolorosi. Il normale pranzo domenicale di sei amici si trasforma in un’esperienza particolarissima e inattesa. Elsa e Adele. Due donne tenute lontane per cinquant’anni da eventi che non sono state in grado di affrontare. Due donne sospese ad un fascio di lettere scritte da Elsa nella bellissima e cosmopolita Istambul, ma.mai aperte da Adele. Così il pomeriggio dei sei amici viene stravolto da un racconto che non li lascerà indifferenti. Un romanzo breve scritto come la scenografia di un film. Descrizioni di sentimenti vissuti, ambigui, inespressi, inconfessati e inconfessabili. Perché spesso le cose non sono come appaiono, le vite non sono quelle che sembrano e anche le persone che abbiamo accanto possono nascondere lati oscuri che non vengono alla luce perché è più comodo rifugiarsi nelle proprie routines, invece di affrontare eventi e persone come si dovrebbe. Perché le zone d’ombra possono diventare addirittura alibi che nascondono ciò che ci si ostina a non voler vedere. Ancora una volta Ozpetek riesce a fotografare sentimenti oltre che luoghi. Lo fa in modo quasi spietato, ma sempre nello stile elegante che lo contraddistingue. Le descrizioni meravigliose di Istambul, poi, sono talmente evocative da suscitare in chi legge il desiderio di andarci. Tuttavia l’ambiguità dei personaggi descritti non mi ha fatto entrare in empatia con nessuno di loro. Si tratta di una caratterizzazione sicuramente voluta dall’autore, perfettamente adatta alle vicende narrate. Io però, dello stesso Ozpetek, ho amato molto di più rosso Istambul, letto qualche anno fa. Un altro romanzo breve che offre una immagine di Istambul della quale si resta assolutamente conquistati e ammaliati.

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