Febbre di Jonathan Bazzi, candidato al premio Strega 2020. Fandango 2019

È l’inizio del 2016. Jonathan ha trentuno anni, lavora come istruttore di yoga in una palestra e vive col compagno a Milano. Jonathan ha una strana febbricola che resiste ai farmaci e non va più via. I giorni diventano settimane, le settimane mesi. Diventa necessario fare degli esami per capire la causa di questa febbre e la causa si scopre essere l’HIV. Così, da quella febbre persistente e spossante, Jonathan passa a raccontarci se stesso senza nasconderci nulla. L’infanzia a Rozzano, comune di una poco sana periferia milanese, la crescita con i nonni perché figlio di separati, i comportamenti omosessuali manifesti fin dalla più tenera età, la difficoltà di inserirsi a scuola, la balbuzie, le prese in giro da parte dei compagni. Poi la necessità di scegliere un percorso scolastico confacente, il rifiuto dello studio per non dover leggere o rispondere ad alta voce, ma anche il desiderio profondo di studiare e di superare la balbuzie. Alla fine Jonathan riesce a farcela e a diventare il primo della scuola. Poi le prime chat, i primi incontri occasionali, la ricerca in questi ambienti sordidi di un appagamento, di quell’accettazione che non trova intorno a se. E ancora la laurea in filosofia, l’incontro con un compagno con cui inizia a convivere stabilmente. E infine la realtà dell’HIV, spogliata da tanti luoghi comuni, non più spettro tremendo come qualche decennio fa, ma nemico contro cui si può combattere, arrivando in molti casi anche a stabilirci una tregua fatta di convivenza pacifica. Una autobiografia senza filtri, un racconto che non nasconde e non edulcora nulla, neppure le condizioni disastrate della sua famiglia, o il sordido degli incontri sessuali occasionali. Un libro che racconta a tutto campo una vita con tutto il corollario di sentimenti, sofferenze, dolori, ferite, e perché no, anche gioie. Non nascondo il senso di angoscia che ho provato in certi momenti, ma non nascondo nemmeno il rispetto col quale bisogna accostarsi a quelle che non sono semplici storie ma racconti di vita autenticamente vissuta. E in ogni vita, con le dovute differenze, ci sono aspetti in cui chiunque può identificarsi, trovando spunti per battaglie da superare, luoghi comuni da sfatare, strade da raddrizzare.

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