Gli occhi del drago di Stephen King. Sperling 1988.

Il regno di Delain vive in pace da centinaia di anni. I sudditi vivono una situazione di buona agiatezza e amano il re Roland il buono che sta tuttavia diventando anziano e che Presto lascerà la corona a suo figlio Peter, un ragazzo indomito e buono che ha tutte le qualità giuste per essere un ottimo re. Qualità che non ha il fratello minore Thomas, qualità che non piacciono al mago di corte Flag che con uno stratagemma riesce a mettere fuori gioco Peter in favore dell’inesperto e troppo giovane Thomas. Sembra una favola per bambini, una di quelle favole che si districano nella lotta tra bene e male, tra buoni e cattivi. È sicuramente così, ma non è solo così. In questa bella favola per bambini e adulti di ogni età, la penna magistrale di King ci offre momenti di alta tensione, spunti di riflessione su una vasta gamma di sentimenti e comportamenti, oltre a descrizioni superbe di paesaggi innevati e spazzati da gelidi venti invernali. Una bella storia in cui i protagonisti vengono aiutati da un cane molto speciale e da un notevole quantitativo di tovaglioli, una storia nella quale King scandaglia la natura dell’uomo. Perché se su una lavagnetta scrivi dog e subito sotto scrivi il suo contrario, ottenendo la parola God, ecco che sei davanti alle due sfaccettature della natura umana. A te decidere quale far prevalere. Un libro che ho letto più di quindici anni fa e che ho riletto in questi giorni, divorandolo letteralmente e scoprendo di ricordarlo abbastanza bene. Mi è sembrato ancora più bello e coinvolgente di quando l’ho letto la prima volta. Libro consigliato a chi vuole avvicinarsi a King e alla sua scrittura, pur non volendo leggere libri horror o di troppo alta tensione. Insieme a questo libro consiglio fortemente anche il miglio verde, libro che ho amato tantissimo e che fa parte dei libri più belli che ho mai letto

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