Finché il caffè è caldo di Toshikazu Kawaguchi. Garzanti 2020

Un fenomeno editoriale da milioni di copie, un esordio che ha scalato in pochi mesi le classifiche dei libri più venduti, tanto da aver portato alla pubblicazione di un sequel uscito da qualche settimana. In Giappone c’è una caffetteria speciale. Ad un tavolino particolare, davanti ad un caffè fumante, si può tornare ad un momento del passato che si vuole ripercorrere e rivivere. Quei momenti in cui si è fatta la scelta sbagliata o si è detta la cosa sbagliata. Fumiko, Kotake, Kei, Hirai. Queste quattro donne hanno un preciso momento della loro vita che desiderano affrontare, ma la regola fondamentale è bere il caffè prima che si raffreddi. Un potenziale interessante, situazioni in cui facilmente ci si può ritrovare e che quindi stimolano la curiosità dei lettori. Ma nel concreto ho trovato questo romanzo piatto, insipido, noioso con una trama che non decolla mai e si trascina lenta e statica. Mi capita raramente di sconsigliare e stroncare un libro senza appello, e quando mi capita non lo faccio mai volentieri. Ma questa volta sconsiglio decisamente la lettura di questo fenomeno editoriale, dimostrazione di quanto la pubblicità messa nelle mani giuste, possa far salire alle alte vette delle classifiche anche cose insignificanti delle quali si può fare tranquillamente a meno. Libro decisamente no.

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