Io uccido di Giorgio Faletti, Baldini & Castoldi 2002

È una calda sera di maggio, una sera come tante a Montecarlo. Jean-Loup Verdier è un giovane dj che da qualche mese conduce un programma radiofonico il cui successo è destinato solo a crescere. È una sera come tante in radio, una sera in cui tutto sta per cambiare. Una telefonata in diretta radio... Una voce contraffatta parla al dj terminando la telefonata con un lapidario: io uccido. Sembra uno scherzo farneticante, ma il giorno dopo un pilota di formula uno e la sua fidanzata vengono trovati assassinati e orrendamente sfigurati nella cabina di una barca di lusso. È solo l’inizio di una catena di delitti che frantuma l’atmosfera patinata di Montecarlo e della vita a molti zero che vi conducono i grandi ricchi che vi soggiornano o vi trascorrono le vacanze. Frank Ottobre è un agente dell’FBI che sta attraversando un brutto momento della sua vita. A Montecarlo, grazie all’ospitalità del suo amico commissario di polizia sta cercando di rimettersi in sesto. Finché la catena di delitti che mette a dura prova l’efficienza della polizia monegasca non lo coinvolge suo malgrado. Un romanzo che cattura fin dalle prime pagine. La suspence e i colpi di scena non mancano, il tutto immerso in un’ambientazione suggestiva e particolare. Montecarlo non lascia mai indifferenti. Faletti, alla sua prima esperienza come scrittore di thriller, trascina il lettore in una trama ben costruita che risente della forte influenza di scrittori americani di thriller del calibro di Deaver. Nonostante questo, io uccido è un libro che tiene il lettore incollato alle sue molte pagine facendone apprezzare, oltre all’architettura della trama, anche le bellissime descrizioni della costa provenzale. Un romanzo che avrà il merito di avvicinarmi di più a questo genere che fino a poco tempo fa non mi attirava particolarmente, visto che il nostro quotidiano contiene già la sua buona dose di thriller che hanno la sventura di essere purtroppo fin troppo reali.

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