La casa dei quattro venti di Elif Shafak, RCS 2012

Pembe e Jamila sono gemelle. Tra loro corrono solo tre minuti di differenza. Eppure Pembe e Jamila sono diverse. L’una è solare, impulsiva, l’altra è seria e posata. Una di loro resterà sempre ancorata allo sperduto villaggio sulle sponde dell’Eufrate, avrà nelle mani i segreti della vita e il dono di aiutare la vita a nascere. L’altra non desidera altro che lasciare quel villaggio dimenticato da Dio. E ci riesce. Prima a Istambul, poi a Londra, Pembe conoscerà altri luoghi e altri modi di vivere, incontrerà l’amore vero, ma si scontrerà con le tremende difficoltà generate dall’unione con l’uomo sbagliato che non sa prendersi cura non solo della sua donna ma anche dei suoi figli. Una storia che si snoda passando per diverse generazioni. Dallo sperduto villaggio chiamato La Casa Dei Quattro Venti, alla caotica Londra multietnica degli anni 70 con i suoi disordini e i quartieri di immigrati. Ma al di sopra di tutto, è la profonda sinergia che unisce due sorelle, due gemelle apparentemente tanto diverse, ma indissolubilmente legate. Due corpi che si dividono una sola anima. E se una delle due sorelle soffre o è in pericolo, l’altra non può non sentirlo. E non ci sono distanze o differenti modi di vivere che tengano. Una storia fatta di legami ancestrali, di errori e redenzione, di profonde ferite e di ricerca della guarigione. Elif Shafak, scrittrice turca, ci porta a comporre pian piano la trama del suo romanzo in un susseguirsi di flashback, proprio come un costruttore di puzzle scopre e realizza pian piano un disegno, incastrando le varie tessere l’una accanto all’altra.

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