Vittoria e Abdul di Shrabani Basu, Piemme 2017

La regina Vittoria, celebre per i suoi 63 anni di regno che hanno attraversato e concluso l'800 sconfinando nel 900, il secolo dei più grandi e rapidi cambiamenti nelle abitudini dell'uomo di tutto il pianeta. Il telegrafo, il telefono, il treno, la fotografia... La sovrana, reggente di una delle monarchie più grandi e chiacchierate al mondo non si è mai ripresa dalla perdita del marito Albert. Abdul è un regalo che l'India concede alla sovrana per il suo giubileo d'oro. Il giovane, di ceto medio, semplice impiegato nel suo paese, inizia a servire alla tavola della regina. Vittoria, da sempre affascinata dalla cultura orientale, si affeziona sempre di più al bel servitore indiano. Lo promuove a suo munshi (insegnante di lingua urdu) fino a farne un segretario sempre presente al quale donare le sue confidenze e il suo affetto. Lui le parla della sua terra e dei conflitti politici indiani, le racconta di se e della sua famiglia. La regina gli offre ricchezza e onorificenze. Lo vuole sempre con se nei suoi viaggi, gli regala cottages e terre. E l'enturage della corte ovviamente non approva ed è sempre più spaventata dalla crescente influenza di Abdul sulla regina. Intrighi, complotti, illazioni, discredito... La regina è sorda ad ogni tentativo di mettere il suo munshi in cattiva luce, anzi, lo difende sempre a spada tratta in un continuo e snervante confronto con i suoi più fedeli collaboratori. Una storia tenera di affetto materno che rende giustizia al lato umano di una delle donne più importanti della storia recente che, povera dell'affetto anche dei suoi parenti più stretti, riversa il suo bisogno di amare e di essere amata su un giovane figlio del suo impero, anche se non della sua famiglia. Una bella storia scritta però con piglio troppo giornalistico, in un racconto che si impantana troppo spesso in stralci di lettere, bigliettini, memorandum, ecc. Corrispondenza alla quale, in realtà, la regina afidava tutti i suoi stati d'animo e tutti i suoi ordini. La presenza di tutta questa corrispondenza mi ha reso spesso pesante la lettura. Ma questo è un limite dato dal mio modo del tutto personale di approcciarmi ai libri, che più risultano scorrevoli, più mi incatenano e mi coinvolgono. Da questo libro è tratto l'omonimo film uscito al cinema qualche anno fa.

Commenti

Post popolari in questo blog

La civetta e il lupo di Martina D’Adamo

Momenti di gloria di Duncan Hamilton, 66thand2nd Editore 2018

Il sale della terra di Jeanine Cummins, Feltrinelli 2020