Sei ore e ventitré minuti di Domitilla Shaula Di Pietro, Fanucci 2016
Questo libro è la vicenda autobiografica di una vita segnata profondamente da sei ore e ventitré minuti di violenza inspiegabile e spietata.
È l'ultima notte che Frida con la sua bella famiglia trascorre nella campagna toscana. Non riesce a dormire e esce di casa per fare quattro passi.
Un uomo però l'afferra e la trascina nella sua casa nel bosco e, per sei ore e ventitré minuti la costringe a subire violenze e sevizie di ogni tipo.
Le ferite sul corpo di Frida sono molte... Ma sono ancora di più e più profonde le ferite dell'anima, un'anima ferita a morte.
Accanto a questa povera anima ferita a morte che non ha il coraggio di denunciare il suo carnefice, c'è una splendida nonna. E una nonna ha sempre la saggezza e la forza necessarie per essere la roccia salda di cui si ha bisogno quando si va in pezzi. E ha anche la tenacia necessaria per far sì che quell'anima ferita a morte non muoia ma si rialzi, fino a guarire... E a denunciare chi ha cercato di ucciderla.
Uno spaccato di vita vera, fatto non solo del dolore vissuto, ma anche della leggerezza e della felicità di un prima... Ma tra il prima e il dopo vi sono sei ore e ventitré minuti... E l'inevitabile giostra di domande... Cosa sarebbe stata la mia vita se non fossi uscita di casa quella notte? Frida se lo chiede... E mentre cerca di non morire dentro, prova a darsi una lunga e articolata risposta.
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