Fino a quando la mia stella brillerà di Liliana Segre e Daniela Palumbo, Piemme 2015

Le stelle in cielo ci sono sempre, accompagnano ogni evento della storia e ogni persona. E finché brillano, c’è sempre una speranza. Liliana Segre pensava a questo ogni sera di quell’anno e mezzo trascorso ad Auschwitz. Dei 605 ebrei partiti dal binario ventuno della stazione di Milano nel gennaio del 44, solo ventidue tornano da quell’inferno. Liliana Segre è una di questi. Le ci sono voluti quarant’anni per trovare il coraggio di raccontare la sua Auschwitz, quarant’anni segnati dalle ferite inferte alla sua anima da questa esperienza tremenda. Le ferite invisibili sono quelle che non smettono di far male. Dal gennaio del 2018 Liliana Segre è senatrice a vita. Dagli anni 90 racconta instancabilmente alle scolaresche la sua esperienza, il suo amore per il padre dal quale fu separata subito dopo il loro arrivo al campo, la tenacie voglia di vivere dei suoi tredici anni, la difficoltà di reinserirsi nella quotidianità della vita dopo il ritorno in Italia. Questo libro, intenso nella sua brevità, è adatto ai ragazzi e non. Racconta l’assurdità di un periodo buio della nostra storia e lo fa con delicatezza e sincerità, concentrandosi non tanto sulle condizioni tremende di vita, ma soprattutto sui sentimenti di un’umanità violata, tradita, segnata dall’indifferenza. “Perché se qualcuno ti affronta e ti vuol fare del male, tu ti puoi difendere. Ma se tutto succede nel silenzio generale, come fu allora, come fai a difenderti?"

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