La caduta dei giganti, primo volume della trilogia The Century di Ken Follett, Mondadori 2010

Europa e America dal 1911 al 1923. Cinque diverse famiglie le cui vicende si dipanano negli anni tremendi della prima guerra mondiale. Cinque famiglie appartenenti alle diverse nazioni chiamate alle armi. Cinque diversi punti di vista e di azione. Follett ci fa partire dagli antefatti che hanno portato allo scatenarsi della prima grande guerra inserendo con la sua abituale maestria personaggi di invenzione nelle vicende realmente accadute. Così la storia ci viene presentata attraverso la quotidianità di persone comuni. Walter, diplomatico tedesco, amico dell'inglese conte Fitzherbert e innamorato di sua sorella Maud, finisce sul campo di battaglia a combattere proprio contro gli inglesi. Fitzherbert, conservatore incallito, fa di tutto per mantenere i privilegi della sua classe. Ethel, governante della lussuosa dimora dei Fitzherbert, riscatta le sue umili origini diventando una giornalista che si batte tenacemente per i diritti delle donne. Grigorij, operaio russo, è tra le migliaia di uomini e donne che portano la Russia ad una rivoluzione controversa, preludio di una dittatura forse peggiore del regime zarista. Gus, diplomatico americano, collaboratore del presidente Wilson, è presente alla ratifica del trattato di pace. Amori, tradimenti, ingiustizie, prevaricazioni, desiderio di rivalsa. Nei romanzi di Follett c'è tutta la vasta gamma di sentimenti che un essere umano può provare. E poi c'è la guerra, una inutile e devastante guerra, spreco tremendo di vite e di forze. E mentre venivo catapultata tra le battaglie tra inglesi e tedeschi e tra le strategie di combattimento mi chiedevo: possibile che tutti avessero perso il buon senso tanto da permettere a tanti uomini e ragazzi di andare a morire in questo modo? Sì perché la guerra è la più grande manifestazione dell'assenza totale di buon senso da parte dei governanti delle nazioni. Solo esseri senza buon senso mandano a morire milioni di persone come se niente fosse, in nome di una non meglio identificata necessità di stabilità e sicurezza. Altra conferma per me della grande capacità di Follett di architettare trame avvincenti e incalzanti con personaggi che difficilmente si dimenticano e che restano nella mente e nel cuore per molto tempo. Personaggi che ritroverò con qualche anno in più nel secondo volume della trilogia, altra incursione nella storia tremenda del 900 dove le nazioni, non contente di aver provocato lo sfacelo della prima guerra, si preparano rapidamente a essere artefici di un'altra tremenda mattanza, la seconda guerra mondiale.

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