Sonderkommando Auschwitz di Shlomo Venezia, Rizzoli 2007

Shlomo Venezia, ebreo nato a Salonicco nel 1923, è stato uno dei pochissimi sopravvissuti ai sonderkommando dei campi di sterminio. Arrestato e deportato ad Auschwitz, giovane in ottime condizioni fisiche, venne assegnato al sonderkommando di Auschwitz Birkenau. I sonderkommando erano squadre costituite da internati ebrei giovani e in ottime condizioni fisiche. Si occupavano delle camere a gas e di tutto quello che ne derivava, compresa la rimozione dei corpi e la loro successiva cremazione. Nel 1944, un tentativo di rivolta da parte di una squadra di internati fu soffocato con la morte dei partecipanti. Shlomo Venezia si salvò perché non ne fece parte. Sopravvisse solo perché i nazisti non fecero in tempo a liquidare il campo. Come molti altri sopravvissuti, per anni Shlomo Venezia non raccontò la sua esperienza. Poi il tempo arrivò, il tempo giusto in cui parlare, raccontare, confrontarsi con scolaresche, studenti, giovani per i quali sapere è necessario. Un libro durissimo, una esperienza di lettura per niente facile. Un racconto che affronta con crudezza la realtà delle camere a gas e di tutto quello che vi avveniva, da quando le persone ci entravano vive a quando ne uscivano dopo la gassificazione. Un libro che provai a leggere qualche anno fa e che dovetti interrompere allora. Libro che ho ripreso in mano ora e che ho terminato comunque con fatica, una fatica necessaria. Lo consiglio a chi ha cuore e stomaco forti, preparati a descrizioni non facili da digerire, tantomeno da dimenticare. D’altra parte, compito di questi libri è proprio questo: non permettere di dimenticare.

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