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Visualizzazione dei post da marzo, 2021

La casa del cedro di Monica Pais, Longanesi 2020

Racconto lungo o romanzo breve, questo libro autobiografico è un’immersione totale e meravigliosa nella ruralità sarda degli anni precedenti il boom turistico che ha visto riempire l’isola di cemento. Tre estati, dai sette ai nove anni, trascorse da Monica nella casa degli zii a Orosei. Un enorme cedro a dominarne il cortile, i ritmi agresti della terra con i pomodori da essiccare, i meloni da mettere al riparo per venderli, le pesche da smistare. Poi c’è la casa al mare con l’accesso diretto alla spiaggia di sabbia finissima e soffice, ci sono le giornate in barca con i ragazzi più grandi a pescare, le grotte del bue marino con le loro cattedrali di roccia sospese sul mare, e le domeniche con una delle tate al paesino di montagna dove i pastori si prendono cura delle greggi producendo pecorino e ricotta dolce dal latte appena munto. Monica è felice di quelle estati a contatto con la natura e i tanti animali che la popolano, esseri che lei ama indistintamente e visceralmente, tanto

Allah, San Gennaro e i tre kamikaze di Pino Imperatore, Mondadori 2017

Salim, Feisal e Amira sono pronti. Hanno completato un duro addestramento e attendono solo di conoscere il luogo del loro martirio. E la comunicazione non si fa attendere. Dovranno dare la loro vita e impartire una forte punizione agli infedeli occidentali di una città tra le più infedeli: ... Napoli! E perché la lezione sia dura e sanguinosa, Bisogna preparare bene il colpo... Nei minimi particolari. Bisogna conoscere la città e le sue abitudini, individuare luoghi affollati e momenti propizi. Ma i tre giovani imbevuti di odio e di fanatismo, non hanno fatto i conti con la folle e vitale napoletanità dei napoletani che sanno volgere in commedia esilarante ogni aspetto della loro vita, anche i più privati e personali. La casa da condividere con eserciti di blatte, la procace dirimpettaia che si rivela una fonte di distrazione peccaminosa per i giovani virgulti dell'islam più puro e radicale. Ma soprattutto ci sono i napoletani... Il napoletano vero è coreografico e ha un cuore gra

Un uomo di Oriana Fallaci, Prima edizione Rizzoli 1979

Un uomo, un ragazzo di ventinove anni che nell’agosto del 1968, quasi da solo, progetta un attentato al colonnello Georgios Papadopoulos. Doveva essere un’esplosione capace di far saltare in aria la macchina del capo del governo greco, invece un ordigno non esplode e l’altro provoca una buca quasi insignificante. Un uomo, un ragazzo seminudo che viene catturato, arrestato, torturato ripetutamente e condannato a morte. Quell’uomo è Alekos Panagulis. Cosa prova un uomo ad essere ripetutamente torturato, vessato fisicamente, emotivamente, psicologicamente...? Cosa prova un uomo a conoscere il giorno e l’ora della sua esecuzione... Giorno e ora che vengono più volte rimandati con la conseguente attesa di essere prelevato dalla cella per essere ucciso...? E quando la condanna a morte si commuta in prigionia, cosa prova un uomo a vivere isolato in una cella che ha forma e dimensione di una tomba per quattro anni? Sfidare i suoi aguzzini, ridicolizzarli, provocarli, satireggiarli fino a fa

La vita davanti a sé di Romain Gary, prima edizione italiana Rizzoli 1975

Nella Parigi degli anni 70 del 900 ci sono quartieri abitati da persone di dubbia fama: immigrati di ogni parte del mondo. Una gran varietà di persone che cerca di darsi da fare come può, una umanità varia e variegata tra cui Momo, un bimbo arabo che ci racconta la sua storia. Momo non ha genitori, viene cresciuto da una ex prostituta che lo tiene per soldi ma che gli vuole bene veramente pur dimostrandoglielo nel modo ruvido che hanno quegli esseri umani non troppo abituati ad aver a che fare con l’affetto. Madame Rosa è la figura più vicina ad una madre che Momo conosce. Non sa se le vuole veramente bene, non sa cosa prova davvero per lei, ma è lui che resta con la donna quando il suo cervello inizia a dare segni di cedimento. In poco tempo Momo è costretto a crescere molto in fretta e a dover fare cose che non ci aspetteremmo data la sua età e per il modo in cui è vissuto. Una sorta di miserabili moderni, uomini e donne che si arrabattano come possono, ma che non dimenticano mai di

L’ultima estate di André Aciman. Guanda 2021

André Aciman è diventato famoso dopo il film chiamami con il tuo nome tratto da un suo libro. Così, visto che si è parlato molto di lui, ho voluto leggere il suo ultimo romanzo uscito da poche settimane, incuriosita soprattutto dal fatto che è ambientato in Costiera amalfitana, luogo in cui vivo da quando sono nata e che quindi conosco bene. Un gruppo di amici americani resta bloccato in un hotel della Costiera amalfitana a causa di un’avaria alla barca. L’hotel è frequentato da altri stranieri attempati tra cui un sessantenne che attira la loro attenzione. Finché Raúl, questo il nome dell’uomo, si avvicina al loro tavolo. Uno dei ragazzi ha un dolore evidente ad una spalla e Raúl posata la mano su di lui lo guarisce. Poi inizia a raccontare alla comitiva fatti privati di ognuno di loro, fatti che uno sconosciuto come lui non avrebbe alcuna ragione di sapere. Margot si mostra da subito scettica e diffidente, ma è proprio l’attenzione di lei che l’uomo vuole cogliere. E quando ci riesc

Il segreto del bosco vecchio di Dino Buzzati. Prima edizione Treves 1935

Sebastiano Procolo riceve in eredità parte di una tenuta boschiva nella Valle di Fondo e vi si stabilisce con l’intenzione di distruggere il bosco e di appropriarsi della restante parte della tenuta, proprietà di un nipote dodicenne rimasto orfano. L’avaro Sebastiano, però, non ha fatto i conti con i geni del bosco capitanati da Bernardi, decisi ad impedire ad ogni costo la distruzione del loro mondo. Sebastiano chiede aiuto al perfido vento Matteo per distruggere il bosco e togliere di mezzo il nipote Benvenuto. Una favola surreale che contiene tematiche care a Buzzati: il rispetto che l’uomo deve avere per la natura, la ricerca di se tra caduta e redenzione, lo scorrere del tempo. Tuttavia lo stile di Buzzati non mi ha coinvolta. Ho fatto molta fatica a continuare la lettura e a terminarla. Forse a causa dell’atmosfera surreale e del sottile senso di angoscia che pervade tutto il libro, forse perché Sebastiano non è esattamente il tipo di persona che si vorrebbe conoscere, forse per

Io sono Malala. La mia battaglia per la libertà e l’istruzione delle donne di Malala Yousafzai con Christina Lamb. Garzanti 2018

Malala, un nome che dall’ottobre del 2012 è divenuto il simbolo della lotta per l’istruzione femminile universale. Malala, una ragazzina di 15 anni, consapevole di essere nel mirino dei talebani del suo paese per essersi permessa di lottare per il diritto sacrosanto all’istruzione, un diritto dato per scontato nei nostri paesi occidentali ed evoluti, ma negato ancora oggi a tanti bambini, soprattutto bambine, in molti paesi. Malala cresce nella valle dello Swat in Pakistan. Suo padre è un insegnante innamorato delle parole e convinto che l’istruzione può salvare il mondo dall’arretratezza e dall’ignoranza. Malala cresce nella scuola che il padre riesce faticosamente a fondare e portare avanti negli anni della talebanizzazione del Pakistan. Dal 2005 in poi, il Pakistan piomba nel terrore e ogni forma di libertà viene soppressa in nome dell’islam. Nel 2009 vengono chiuse definitivamente le scuole femminili e alle ragazze viene chiesto molto caldamente di rinunciare all’istruzione. Tutto

Fontamara di Ignazio Silone. Prima edizione definitiva Mondadori 1949

“In capo a tutti c'è Dio, padrone del cielo. Questo ognuno lo sa. «Poi viene il principe Torlonia, padrone della terra. Poi vengono le guardie del principe. «Poi vengono i cani delle guardie del principe. «Poi, nulla. «Poi, ancora nulla. «Poi, ancora nulla. «Poi vengono i cafoni. «E si può dire ch'è finito” Questo è Fontamara, sintesi migliore l’autore non avrebbe potuto farne. Un paesino immaginario sulla Marsica, un luogo di stenti e di disastri atavici, montagna aspra e amara come il ruscello che serviva per irrigare quei terreni già difficili da coltivare. Questo è Fontamara, da generazioni. Un luogo abitato per la più parte da contadini che non conoscono altro che lavoro, stenti, fame e miseria. Sono loro i “cafoni” come Silone stesso li definisce. Un numero imprecisato di uomini / bestie a fronte di pochi notabili senza scrupoli e senza coscienza che non fanno altro che perpetuare ingiustizie. Come la petizione che fanno firmare ai contadini con la qual